Adesso è ufficiale: in linea di principio è vietato il “Front Ride-Height Devices” o FRHD, ovvero il dispositivo inventato dalla Ducati che la portò in MotoGP con le sue GP22. La Commissione Grand Prix ha così deciso. Sotto la pressione di una banda organizzata. Perché se leggiamo attentamente il comunicato stampa, non sappiamo esattamente cosa abbiamo appena vietato e su quali basi. Spetta infatti al direttore tecnico stabilire cosa costituisce un dispositivo di correzione dell'assetto e solo a partire da lì si procederà all'aggiornamento del regolamento. Ma era necessario sacrificare subito Ducati sull’altare delle ire di Honda, Yamaha, Suzuki, KTM e Aprilia che, allo stesso tempo, riconoscono il fatto che in MotoGP non vogliamo più” ulteriori miglioramenti delle prestazioni e aumenti dei costi di sviluppo "...
Ducati stava decisamente esagerando e troppo velocemente e anziché contrastare gli uomini di Borgo Panigale sul terreno dell'inventiva e della competitività, i suoi concorrenti impegnati in MotoGP scelsero la strada politica. Il tappeto verde mettere la museruola, una volta per tutte, alle tuniche rosse. Inoltre è appena stato lanciato un nuovo messaggio: le norme possono essere modificate quando sono inquietanti o quando un attore potente con alleati si rende conto di non essere stato in grado di studiarle, leggerle e interpretarle. Un'insicurezza che, senza dubbio, calmerà la fantasia degli ingegneri.
È passato un po' di tempo dall'ultima volta che alcune persone volevano lo scalpo di Ducati. E li troveremo soprattutto guardando verso l'impero dal sole nascente al crepuscolo della sua antica onnipotenza. Gli alettoni erano pale che andavano bandite, ma non funzionava, il deflettore posteriore era un abominio, ma rimase, e l'"holeshot" era già segnalato come pericoloso ma tutti finirono per seguirlo. Perché era legale. E, a proposito, questi dispositivi continueranno.

La Ducati ha superato Honda, Yamaha, Suzuki, KTM e Aprilia
La FRHD, per quanto complessa possa essere, è anch’essa complessa. Inoltre, finché il direttore tecnico non ha espresso le sue conclusioni e il regolamento non è stato modificato, è ancora utilizzabile in MotoGP. Immaginiamo che nel 2023 non sarà più così. Ducati avrà quindi sprecato tempo e denaro confidando in un regolamento che in definitiva ormai non è altro che una base di negoziazione.
Piace o no, Ducati ha fatto avanzare la MotoGP in ambiti tecnici che sono completamente sfuggiti ai costruttori giapponesi, industrialmente e politicamente molto più potenti. Quest’era è ormai finita. Le macchine attualmente in pista rimarranno così ancora per un bel po'. È una scelta. Ma va detto chiaramente. E Ducati rimarrà in questo periodo della MotoGP come il marchio che ha innovato e che è stato copiato da marchi più grandi di lui. Proprio quelli che hanno fatto in modo di cambiare le regole del gioco nel bel mezzo del gioco, per fermarlo.





























