In un paddock della MotoGP spesso costellato di gesta spettacolari e cadute spettacolari, Luca Marini forgia la sua strada con una discrezione quasi sconcertante. Nel 2025, il pilota italiano non ha vinto un Gran Premio né è salito sul podio... ma ha compiuto un'impresa rara: rimanere (quasi) sempre in sella alle sue ruote.
Mentre i suoi compagni di squadra e rivali cadono uno dopo l'altro, Marini, se la sta cavando bene. In 20 gare di questa stagione, è caduto solo quattro volte, un record di affidabilità in una categoria in cui il minimo errore può costare caro. È persino l'unico pilota della MotoGP 2025 a non aver mai attivato l'airbag, una statistica tanto insolita quanto impressionante.
Per fare un confronto:
- Johann Zarco: 26 cadute
- Jack Miller: 22
- Joan Mir, Franco Morbidelli: 19
- Alex Marquez, Marco Bezzecchi: 18
- Pedro Acosta: 16
- Brad Binder, Enea Bastianini: 15
- Marc Marquez: 14
- Ai Ogura, Fermín Aldeguer: 13
- Fabio Quartararo: 12
- Raúl Fernandez: 10
- Chantra, Bagnaia, Rins, Martin: 8
Un contrasto sorprendente, soprattutto perché la motocicletta Marini, la RC213V, è nota per il suo carattere imprevedibile. Eppure, riporta sempre la macchina ai box, praticamente intatta.
L'anno scorso, questa strategia ultra-conservatrice ha avuto un costo elevato. Con soli 14 punti alla fine della stagione, Marini arrivò ultimo nella classifica generale, criticato per la sua mancanza di audacia. Ma il suo compagno di squadra Joan Mir, più aggressivo, non ha avuto prestazioni molto migliori... pur cadendo quattro volte di più.
Il messaggio era chiaro: correre dei rischi con un Honda in crisi non garantiva nulla, se non un posto in infermeria.

2025: Luca Marini avanza, anche la Honda
Ma nel 2025 lo scenario è cambiato. Grazie a un RC213V migliorato, Marini non è più in fondo alla classifica. È 13° in campionato, davanti al compagno di squadra Joan Mir (15°) e a due passi da Johann Zarco (10°), nonostante uno stile ancora misurato.
Il fatto che Zarco – chi moltiplica le figure libere – solo tre posti davanti a lui dice molto sulla complessità del Honda, ma anche sull'efficacia dell'approccio metodico di MariniUn po' meno spettacolare, ma forse più intelligente.
Ironicamente, è al di fuori del campionato MotoGP che Luca Marina ha subito la sua caduta più grande dell'anno. Durante una sessione di allenamento per la 8 Ore di Suzuka, cadde violentemente mentre era in sella a una Honda Superbike. Di conseguenza, perse tre gare a causa degli infortuni.
Un intoppo in una stagione fino a quel momento esemplare, ma che non mette in discussione la sua affidabilità in MotoGP.
In un campionato in cui l'aggressività è spesso glorificata, Luca Marina dimostra che uno stile pulito, preciso e ponderato può essere un'arma altrettanto formidabile. Certo, non vince. Ma porta a termine le gare, conquista punti e, soprattutto, evita infortuni, un lusso raro in questa stagione 2025 segnata da numerosi ritiri (Jorge Martin, in particolare, ha gareggiato solo in sette Gran Premi).
Senza fare alcun rumore, Luca Marina si afferma come un faro di stabilità nel caos circostante. Potrebbe non essere ancora il leader dei sogni per Honda, ma è lui che mantiene la casa in piedi durante la tempesta. In un MotoGP dove spesso i riflettori sono puntati sul pilota più audace e affidabile in griglia, potrebbe essere proprio quello che si prepara al futuro con più calma.





























